Benessere

Osteopatia, una pratica a forti tinte rosa

Aumentano sempre più le possibilità terapeutiche per le donne che si rivolgono all’osteopatia: questa pratica di medicina complementare si rivela infatti indicata per intervenire disturbi in gravidanza e in generale problemi di postura, ma anche la temibile endometriosi, che colpisce una donna su dieci.

L’osteopatia in gravidanza. Partiamo innanzitutto da un tema “caro” a tutte le signore, ovvero la fase che avvicina alla maternità: la gestazione come noto dà luogo però anche a una serie di problematiche, a causa innanzitutto di alterazioni posturali, aumento di peso e cambiamenti anche ormonali. Ebbene, come sottolineato anche dagli esperti dell’istituto Tcio di Milano, ci sono importanti benefici generati dai trattamenti di osteopatia in gravidanza, a tutto beneficio della mamma e del piccolo che porta in sé.

L’intervento sulle neomamme. Grazie all’utilizzo di tecniche precise e delicate, questa pratica che si basa sulla manipolazione e sul contatto con il paziente assicura una condizione di comfort e rilassamento alla gestante, senza alcun tipo di rischio né per la madre né per il nascituro. Se, in generale, l’osteopata si pone l’obiettivo di aiutare la persona a mettere in atto una serie di processi che contribuiscono a mantenere o a ripristinare il benessere corporeo, per le donne in gravidanza le tecniche sono scelte ancora più accuratamente.

Ridurre lo stress fisico e mentale. In questo modo, questa disciplina diventa un valido aiuto per affrontare insieme alla futura mamma tutte le difficoltà che si incontrano in questo periodo, diventando un alleato fondamentale per vivere al meglio la gravidanza ed eliminare sin dalle prime fase dei fattori che possono aggiungere ulteriore stress mentale e fisico, soprattutto ad articolazioni e a muscoli della colonna vertebrale e del bacino, messi a più dura prova dai cambiamenti del corpo in attesa.

Lotta all’endometriosi. Più in generale, come dicevamo, l’osteopatia sta trovando consensi tra le donne anche per il trattamento di altre patologie, come la endometriosi, una malattia che soltanto in Italia colpisce 3 milioni di donne e che, a livello globale, si stima diffusa nel 10 per cento della popolazione femminile fertile. Alla base del problema c’è la presenza dell’endometrio (tessuto che riveste la parete interna dell’utero) in altri organi, fenomeno che provoca sanguinamenti interni, infiammazioni croniche, aderenze e infertilità, mentre tra i suoi effetti principali si annoverano forti dolori pelvici, che diventano acuti soprattutto durante i rapporti sessuali o durante il ciclo.

Il supporto dell’osteopatia. In alcuni casi gravi si rende necessario il ricorso all’intervento chirurgico, ma anche questa estrema soluzione può non essere sufficiente ad alleviare i dolori: ecco che, allora, l’osteopatia può offrire un supporto importante, contribuendo ad alleviare i dolori legati alla patologia. Nel dettaglio, il trattamento degli operatori osteopatici sono orientati a ridurre i sintomi della malattia attraverso manipolazioni dolci che lavorano sulle strutture osteomuscolari, viscerali e neurologiche di pelvi e colonna vertebrale, come raccontato nel corso della “Giornata Mondiale dedicata all’endometriosi”.

L’esperimento in Emilia Romagna. In questa occasione sono stati anche pubblicizzati i risultati della sperimentazione avviata in Emilia Romagna, dove un team di osteopati ha seguito circa 160 donne affette dal problema: nell’85 per cento dei casi è possibile parlare di percentuale di successo in termini di miglioramento della condizione clinica della paziente, visto che quasi tutte le donne non hanno più avvertito dolore o comunque hanno riscontrato un sollievo, con conseguente aumento della qualità della vita.

Come funziona l’osteopatia. Merito appunto del trattamento che si pone l’obiettivo di interrompere l’attivazione del sistema nervoso nel meccanismo di mantenimento del dolore, attraverso una serie di manovre studiate e delicate che cercano di riequilibrare il bacino, il circolo emolinfatico e il sistema nervoso autonomo, contribuendo in questo modo a ridurre il dolore pelvico delle pazienti con endometriosi.

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